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L’ educatore cinofilo: riconoscerlo per evitarlo

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Sperando di non scatenare un altro putiferio e di non incontrare le ire di qualcuno ( come successo per l’ articolo sull’ addestratore cinofilo ), affrontiamo un altro scottante argomento.

L’ educatore cinofilo ha un fenotipo più variopinto ma una cosa che accomuna tutti c’ è: la  “faccia da bravi ragazzi” ma…non fatevi ingannare! Non sempre chi è amorevole, compassionevole, comprensivo e buono fa il bene del cane, come, si dice  “il troppo stroppia”.

Ecco che l’ educatore cinofilo, o il rieducatore, da evitare ha i seguenti requisiti:

– non effettua un’ anamnesi preliminare

– fautore accanito della pettorina non valuta nemmeno lontanamente l’ utilizzo di altri strumenti

– crede che il cane non vada mai rimproverato

– guarda con orrore chi dà un buffetto al cane se fa qualcosa di sbagliato

– non prende in carico cani che abbiano una mole di un certo tipo ( vorrei vederlo con un cane di 50 Kg, aggressivo e…con la pettorina! )

– afferma che ci siano dei problemi che non si possono risolvere ( es. paura dei forti rumori ) e con cui dovrete convivere per sempre…non dategli retta.

– il vostro cane lo guarda come un dolcissimo distributore di caramelle

– lavora in maniera spasmodica con i bocconcini usandoli come passe-partout: premiare, distrarre, ecc.

– non lavora sulla soluzione del problema lamentato ma sui palliativi che trova praticamente sempre nel cibo, una volta tolti i bocconcini il problema si ripresenta.

L’ educatore cinofilo e la formazione

L’ educatore cinofilo da evitare, ovviamente,  NON ha degli studi veri e propri alle spalle o pensa che un weekend formativo possa rivelargli tutto ciò che c’ è da sapere…non è così! Anche in questo caso, quando cercate qualcuno a cui affidarvi, controllate sempre il curriculum vitae.

Questo è un piccolo specchietto di ciò che un buon educatore non dovrebbe fare ma anche qua vale la regola: ascoltate il vostro sesto senso, sicuramente può aiutarvi nella scelta giusta!

 

 

Clicca per leggere una breve descrizione del metodo gentile e dell’ approccio cognitivo zooantropologico.

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