
“Ciao, io vado via eh!” e “Guarda che c’ ho?!” sono probabilmente le frasi che più frequentemente si sontono riecheggiare nei parchi. Ma perchè “ricattare” o “fregare” il cane?
Nel momento del richiamo si assiste a scene di tutti i tipi! Alcune volte ammetto di trovare delle sequenza anche abbastanza comiche, ad esempio quando il cane “sembra” prendersi gioco dei tentativi di acciuffamento da parte del padrone, amici o passanti, indossando un musetto paravento che sembra quasi sorridere!
I proprietari, giustamente, non sembrano affatto divertirsi: tra il tempo che impiegano per riprendere il cane, la frustrazione per la sua disobbedienza e la vergogna per fare questo tipo di scene davanti agli altri, le uscite diventano momenti di ansia, nervosismo e ripicche.
Il fallimento del richiamo è probabilmente uno tra i problemi più frequenti! Ma cosa c’ è dietro quella riluttanza a tornare da noi??
In rete si trovano articoli e video che mostrano come insegnare il tanto agognato “vieni”, ma si tralascia un “particolare” importantissimo: la Relazione, quella con la erre maiuscola! Come si può insegnare il richiamo come fosse un semplice comando??
Il richiamo è una richiesta: chiediamo al cane di tornare da noi per un motivo X ed a prescindere da ciò che lui sta facendo. Per scegliere di tornare da noi deve avere la convinzione che NOI facciamo, in linea di massima, sempre la scelta più giusta: è fondamentale che ci sia fiducia reciproca. Il cane deve avere la voglia ed il piacere di stare con noi: la nostra relazione deve essere serena, solida ed appagante!
Vediamo delle semplici regolette per evitare dei banali errori:
- Richiamare il cane con toni allegri ed invitanti, mai con tono minaccioso o di rimprovero
- NON picchiarlo MAI quando torna da noi anche se ci ha impiegato una vita!
- Assumere una posizione “accovacciata” ci aiuterà a farlo tornare
- NON richiamarlo in continuazione, lasciatelo libero di gironzolare.
- NON richiamarlo solo nel momento di riagganciarlo per andare a casa.
Personalmente non trovo che il “vieni” sia un semplice esercizio anzi, credo che sia una vera e propria cartina tornasole sulla qualità della relazione tra il nostro cane e noi. Non si può insegnare il richiamo se prima non si lavora sul quotidiano e sul piacere reciproco di vivere insieme.